giovedì 22 settembre 2011

Alla ricerca del post perduto.

Chi mi segue avrà ormai capito che la frequenza dei post in questo blog, come ampiamente previsto dal sottoscritto, è limitata come pioggia in un deserto. Ed è anche per questo motivo che aver perduto in una qualche dimensione parallela un piccolo post pre-estivo (particolarmente ispirato) mi mette ancora un po' di malinconia. Insieme agli auguri di buone letture d'agosto illustravo alcune piacevoli sensazioni che un bel libro continua a donarmi praticamente in cambio di nulla o quasi, se si esclude il prezzo di copertina del volume. Purtroppo quelle belle parole hanno deciso di abbandonare improvvisamente lo schermo del mio P.C. e raggiungere un qualche luogo dei pensieri perduti. Rispetto la loro decisione e invio un ultimo saluto, non posso fare molto altro. Spero soltanto di ricevere un giorno un segnale, un cenno di assenso, l'autorizzazione speciale per visitare quel luogo.     

mercoledì 10 agosto 2011

"Raimondcarverite acuta" ...

Sì, ho modificato il post precedente per invertire l'ordine di due frasi che non mi facevano dormire. Si chiama "raimondcarverite acuta", non è infettiva ma cronica, temo.

giovedì 7 luglio 2011

Piccola postilla sul concetto di "outsider".

Da ragazzino, in un bel giorno di primavera, scoprii la parola "anticonformista". Dovevo avere dieci, undici anni, credo, e del significato di quella parola mi innamorai. Da allora decisi che nella vita avrei provato ad essere, a modo mio, un anticonformista. Negli anni a venire, da un punto di vista strettamente mentale - di vedute, di opinioni, di libertà di pensiero intendo - mantenni la promessa fatta a me stesso. Esteriormente, di quella promessa, non vi era in me traccia alcuna che potesse far pensare ad un adolescente intento a mostrarsi molto diverso dagli altri. Negli anni a venire, al concetto di "anticonformista", ho sovrapposto quello di "outsider". In quell'idea c'era tutto il sentimento di rivalsa di chi arriva dal basso, da una famiglia operaia o quasi, da un quartiere popolare e da una scuola di periferia; l'orgoglio di chi parte dalle retrovie - fosse anche solo per timidezza, riservatezza o voglia di stare in disparte - e ambisce, se non proprio al podio, almeno a giocarsela. Di pari passo, intorno ai miei vent'anni, sperimentavo versioni personali dei significati di "illusione" e "delusione", "sconfitta" e "rivincita", "conquista" e "perdita", in quella tipica autocommiserazione post adolescenziale che mi ha traghettato fino ai trent'anni. E' qualche passo prima dei trent'anni che da un approfondimento radiofonico sulla condizione giovanile di fine secolo apprendo, con sconforto quasi, che tutti gli adolescenti per loro tipica essenza - per rappresentare in cuor loro quella natura meticcia e effimera che li colloca in bilico tra infanzia e età adulta - sono tutti dei perfetti outsiders. Vidi così presi in giro tanti anni di fiera rincorsa ad un anticonformismo personale, nascosto quasi, celato nelle tasche e tenuto stretto tra le mani nella convizione di appartenere alla minoranza di una minoranza, e se possibile alla minoranza di quella minoranza... Orgogliosamente solo in una solitudine tenera e disperata, perfino difesa a denti stretti e preservata nel tempo, quel giorno all'improvviso mi ritrovai in una folla di solitudini, in un oceano di ragazze e ragazzi del tutto simili a me, con addosso i miei stessi vestiti, creati a mia immagine e somiglianza... Non volevo crederci ma dovetti crederci, non volevo abitare questo mondo ma dovetti farlo. In un giorno di primavera, molto tempo dopo i miei primi dieci anni, ho accettato tutto questo e per la prima volta sono stato davvero bene.       

giovedì 30 giugno 2011

The show must go on?

Qualche problema personale mi ha tenuto lontano dal blog, così come da tante altre cose. Come in passate occasioni analoghe, fatalmente presentatesi alla mia porta, anche in questo periodo mi sono domandato fino a che punto sia giusto o importante o anche solo naturale fingere che tutto vada per il meglio e perseverare nelle proprie futili attività. In verità me lo chiedo ogni qualvolta da osservatore esterno ammiro le indomite attività creative o professionali di conoscenti o V.I.P. e non riesco a darmi risposta se non attraverso interpretazioni personali dei concetti di "futile", dell'"utile" e del "necessario".  Dove finiscono i pezzetti di vita che ci si lascia alle spalle? Quante strade importanti perdiamo in favore di una strada maestra? Per quanto mi riguarda e per quanto possibile, lo show può andare a farsi benedire. Se un evento personale ti travolge - anche in positivo, perché no? - trovo naturale perdere la rotta per qualche giorno. Il polo nord non si sposta e la bussola lo tiene d'occhio costantemente. L'orgogliosa arte del recupero è ben nota a noi outsiders...     

venerdì 29 aprile 2011

Segnalo mostra benefica organizzata da Termine G e Save The Children

Oggi scrivo per segnalare un'importante doppia mostra organizzata da un artista di mia stretta conoscenza in collaborazione con Save The Children, per raccogliere fondi in favore di bimbi giapponesi le cui famiglie sono state colpite dal terremoto del marzo scorso. La mostra si terrà dal 5 al 15 maggio 2011 presso due gallerie in zona Brera a Milano e vedrà l'incontro tra il meglio della recente scena street-art (e non solo) italiana e i lavori di giovani artisti giapponesi. I fondi verranno raccolti dalla vendita diretta delle opere. Fate girare il più possibile. Grazie a tutti voi. Info su: http://www.termineg.com/  ◣◢◣◢◣◢◣◢◣◢

Qualche riga dal comunicato ufficiale:

J A P A N - a charity show for children - una mostra per i bambini =
Una mostra dedicata ai bambini, nella magnifica cornice del quartiere di Brera, dal 5 al 15 maggio presso la Cocchi Gallery e L'Associazione Arte Giappone 18 artisti esporranno le proprie opere, il 100% della raccolta fondi andrà a sostenere il Fondo Emergenze e l'intervento di Save the Children in Giappone.
An exhibition dedicated to children, set into Brera's wonderful frame, from 5th to the 15th of May, at... the Cocchi Gallery and Ass. Cult. Arte Giappone, 18 artists will showcase their works, 100% of the fundraising will support the Emergency Fund and the intervention of Save the Children in Japan.




venerdì 8 aprile 2011

Is there anybody out there?

Fa uno strano effetto pensare di tenere un blog senza lettori, follower o anche solo passanti occasionali. In effetti mettersi alla guida di una barchetta come questa nell'immensa rete che avvolge e riavvolge più volte il pianeta dà un certo senso di smarrimento. La verità è che ho fatto mio, prima ancora di conoscerlo, il consiglio numero quindici dei cento pubblicati da David Turnbull su http://www.dailyblogtips.com/ su come promuovere il proprio blog: "15: Wait."
Aspettare, anche solo per riordinare le idee, per mettere a fuoco i motivi reali che ci hanno spinto ad aprire una finestra sull'universo tra milioni di finestre. Aspettare di apprendere e comprendere i meccanismi.
E' anche vero che se la prima intenzione di questo blog è quella di vendere libri usati on line e la seconda è di porre in vetrina una manciata di vecchi testi accanto ad una manciata di belle parole, di scambio di opinioni o soltanto punti di vista, è chiaro che non può sopravvivere senza lettori.
Allo scopo di raccogliere informazioni in merito mi sono imbattuto in elenchi di trucchi e consigli più o meno attendibili, da operazioni pianificate a semplici comparsate sui social network. Ho trovato tutto molto divertente e come tante parole spese anche in altri ambiti da non prendere troppo sul serio.
Tra i siti più interessanti, anche per merito di sintesi, consiglio http://www.antoniocentorrino.com/.
Nell'attesa di apprendere attendo. Attendendo orde di seguaci attendo di apprendere.